ALLUNGAMENTO DEL PENE

L’allungamento del pene può essere realizzato con l’ausilio di strumenti che esercitino trazione meccanica (estensori penieni esterni) o vuoto pneumatico (apparecchi vacuum).

I risultati ottenibili possono essere soddisfacenti, ma richiedono l’applicazione costante e meticolosa per lunghi periodi di tempo (mesi-anni).

Per quanto riguarda il trattamento chirurgico, possono essere considerate alcune opzioni:

  • SEZIONE DEL LEGAMENTO SOSPENSORE: (+ eventuale liposuzione o lipectomia infrapubica + eventuale inserzione di distanziatore pubo-cavernoso) La sezione del legamento sospensore del pene consente uno scivolamento verso il basso e verso l’esterno da parte dei corpi cavernosi e, conseguentemente, produce un effetto ottico di “allungamento” del pene, specie in flaccidità. Questo intervento può essere completato dal posizionamento di un “distanziatore”nello spazio creatosi con l’incisione del legamento, quindi tra il pube ed i corpi cavernosi, per prevenire il il ri-accostamento cicatriziale dei margini sezionati. Al termine di questa procedura si rende spesso necessaria una correzione plastica della cute della regione alla radice del pene. In termini di allungamento complessivo del pene, questo intervento può comportare (nel migliore dei casi) un incremento di circa 2 cm.
    • IMPIANTI PROTESICI ENDOCAVERNOSI TEMPORANEI, AD ESPANSIONE PROGRESSIVA: proposta all’inizio degli anni ’90, questa opzione chirurgica sembra attualmente aver perso popolarità. Riservata ai pazienti che presentino, oltre all’insufficienza dimensionale, anche un severo deficit dell’erezione, il razionale di questa tecnica consiste nell’azione di “espansione progressiva” esercitata dalla protesi temporanea (la cui lunghezza può essere periodicamente incrementata attraverso iniezione di liquido, in ambulatorio) a carico dei corpi cavernosi, fino a che essi raggiungano una dimensione sufficiente ad accogliere una protesi definitiva.
    • CORPOROPLASTICHE DI INCREMENTO ALBUGINEO ASSOCIATE AD IMPIANTO PROTESICO SOVRADIMENSIONATO: anch’esse proponibili solo a pazienti con disfunzione severa dell’erezione, queste tecniche, anche recentemente aggiornate con una nuova proposta della Scuola Torinese, sono quelle che possono oggettivamente offrire i migliori risultati dimensionali ma richiedono elevata competenza tecnica e severa selezione del paziente.

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